La Calabria vanta una nuova eccellenza culinaria, e arriva da un luogo inaspettato: il penitenziario di Paola. Qui, i giovani detenuti, grazie a un percorso formativo straordinario, hanno dimostrato di saper preparare quella che è stata definita la pizza più buona della Calabria. Il segreto di una pizza perfetta Non è un’esagerazione: l’attenzione alle farine, ai lieviti e ai procedimenti è straordinaria. La pizza dei giovani detenuti raggiunge un’idratazione fino al 75% (a seconda della farina utilizzata), con una lievitazione in cella di 24 ore, seguita da altre 2 ore dei panetti. Il risultato è una pizza leggera, con un cornicione gonfio e soffice, completamente digeribile e senza gommosità. Una prova pratica che stupisce gli esperti La prova finale, che ha coronato il percorso formativo, prevedeva un esame pratico seguito da test a risposta multipla. La commissione d’esame, presieduta da una rappresentante della Regione Calabria e composta da esperti come Giorgio Durante, Presidente dell’Accademia delle Tradizioni Enogastronomiche di Calabria, e la maestra d’arte Bianca Sabrina Bianco, ha espresso giudizi entusiastici sulla qualità del lavoro svolto. I giovani detenuti non si sono fermati alla pizza: hanno preparato anche dolci straordinari, mostrando un talento e una dedizione che hanno sorpreso tutti i presenti. Pizza Calabria: un progetto di formazione e rinascita Questo percorso formativo rappresenta molto più di un’esperienza tecnica: è una possibilità concreta di riscatto per i giovani detenuti. I docenti coinvolti hanno sottolineato come l’iniziativa non solo abbia portato grandi risultati pratici, ma abbia anche arricchito tutti i partecipanti dal punto di vista umano. L’obiettivo del progetto è stato chiaro fin dall’inizio: dimostrare che una strada diversa esiste, quella del lavoro, della professionalità e della reintegrazione sociale. I detenuti prossimi alla libertà vigilata o ai permessi potranno ora sfruttare queste competenze per costruire un futuro migliore. Pizza Calabria: un modello per il futuro Grazie alla collaborazione tra amministrazione carceraria, docenti e partecipanti, il progetto ha centrato il suo obiettivo: dimostrare che, con impegno e applicazione, si possono ottenere risultati straordinari. La storia dei giovani detenuti di Paola diventa così un esempio di speranza, professionalità e rinascita sociale. Da CalabriaLibre
La Riforma del Codice di Procedura Penale: verso una giustizia più equa
La recente riforma del codice di procedura penale italiano introduce innovazioni significative, tra cui la separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti. Questa modifica rappresenta un passo cruciale verso una maggiore specializzazione del sistema giudiziario, mirando a garantire una giustizia più trasparente ed equa, evitando disparità tra accusa e difesa. Con la separazione delle carriere, i magistrati potranno concentrarsi su ruoli specifici: gli inquirenti si dedicheranno alla raccolta di prove, mentre i giudicanti si occuperanno delle decisioni finali. Questo cambiamento promette maggiore indipendenza e obiettività, riducendo il rischio di conflitti di interesse. Elementi chiave della riforma del codice di procedura penale La riforma del codice di procedura penale non si limita alla separazione delle carriere, ma include altre importanti innovazioni: Obiettivi e sfide della riforma del codice di procedura penale L’obiettivo principale della riforma del codice di procedura penale è modernizzare il sistema giudiziario italiano, rendendolo più efficace ed efficiente. Tuttavia, il successo dipenderà dall’attenta implementazione delle nuove disposizioni per garantire la tutela dei diritti dei cittadini. In un contesto sociale in evoluzione, la giustizia deve adattarsi alle nuove sfide, promuovendo una cultura della legalità e della responsabilità. Con la separazione delle carriere e le altre innovazioni, il sistema giudiziario può finalmente rispondere alle esigenze della società moderna, avvicinandosi a un vero sistema accusatorio. Verso un sistema giudiziario moderno e giusto La riforma mira a superare le criticità del passato, garantendo maggiore celerità, trasparenza e rispetto dei diritti umani. La speranza è che questa trasformazione rappresenti un passo decisivo verso una giustizia più giusta ed equa per tutti i cittadini italiani. Da comunicatistampa.net
Una Befana speciale al Caffè Al Bicerin di Torino
Il giorno dell’Epifania 2025 sarà un evento unico al Caffè Al Bicerin di Torino. Lunedì 6 gennaio, alle ore 15.00, lo storico locale torinese offrirà alla cittadinanza un gianduiotto gigante da 10 chili, celebrando così la chiusura delle festività natalizie. Ad accompagnare l’evento ci saranno le iconiche maschere Gianduja e Giacometta della Famija Turinèisa, simboli della tradizione torinese. Quest’anno, il Caffè celebra anche i suoi 262 anni di attività, un traguardo straordinario per un luogo che incarna la storia e la cultura piemontese. Al Bicerin: un simbolo di Torino e della tradizione sabauda Situato in Piazza della Consolata, di fronte all’omonimo Santuario, il Caffè Al Bicerin conserva intatto il fascino delle cioccolaterie ottocentesche. Qui, oltre due secoli fa, nacque la storica bevanda torinese, il bicerin: una deliziosa combinazione di cioccolata, caffè e crema di latte. Grazie alla sua ricetta tramandata con riservatezza, il locale è stato frequentato da personalità illustri come Cavour, Pina Bausch, Susan Sarandon, la Famiglia Agnelli, e persino la regina Maria José. Riconoscimenti e premi per il Caffè Al Bicerin Nel corso della sua storia, il Caffè ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, come: Anche nel 2025, la Guida dei Bar d’Italia del Gambero Rosso ha confermato al locale il punteggio di “3 tazzine e 2 chicchi”, riconoscendo la qualità e l’eccellenza del servizio offerto. Un patrimonio dolciario unico, anche online Il Caffè è un punto di riferimento per il patrimonio dolciario piemontese. Dalla cioccolata calda ai gianduiotti, passando per torte tradizionali come la Torta Bicerin e lo zabaione, ogni prodotto riflette la tradizione e l’innovazione della cioccolateria sabauda. Per chi non può visitare il locale, il sito www.bicerin.it offre la possibilità di acquistare online una selezione di prodotti, portando un pezzo della tradizione piemontese direttamente a casa. La storia e il futuro del Caffè Al Bicerin Fondato nel 1763, il Caffè Al Bicerin continua a rappresentare un simbolo di Torino. Oggi, gestito dalla famiglia di Maritè Costa, il locale mantiene intatta la sua atmosfera storica, portando avanti un lavoro di restauro e valorizzazione che lo rende unico nel panorama italiano e internazionale. Da comunicatistampa.net
Promenade méditerranéenne: il Mediterraneo protagonista del Premio Penisola Sorrentina
In occasione del trentennale del Premio Penisola Sorrentina, nell’ambito di Strategia Fotografia del Ministero della Cultura, nasce Promenade méditerranéenne, un progetto speciale di rilevanza nazionale. Questo ambizioso progetto, ideato da Mario Esposito, si ispira al Mediterraneo, celebrandone i paesaggi, le civiltà e l’antropologia culturale attraverso fotografia, letteratura e arte. Il titolo del progetto, suggestivo e ricco di significato, richiama il libro della duchessa di Berry dedicato al viaggio e ai paesaggi, evocando un’immersione nei luoghi più iconici del Mediterraneo. Un viaggio tra fotografia e letteratura dedicato al Mediterraneo Promenade méditerranéenne celebra la fotografia come mezzo per raccontare il Mediterraneo e la sua bellezza. L’iniziativa comprende: L’obiettivo è promuovere il settore fotografico e valorizzare il patrimonio culturale italiano. Il progetto è stato selezionato dalla Direzione generale Creatività Contemporanea per Strategia Fotografia, un’azione istituzionale che punta alla conservazione e valorizzazione del patrimonio fotografico. Campania e Sicilia: al centro della Promenade méditerranéenne Il progetto si svilupperà tra la Campania e la Sicilia, due regioni chiave per il Mediterraneo. Un momento speciale sarà dedicato alla memoria di Giuseppe Leone, fotografo siciliano di fama internazionale, in collaborazione con il Comune di Ragusa ed Emanuela Alfano. Leone, scomparso ad aprile 2024, ha immortalato il Mediterraneo con immagini uniche e memorabili, collaborando con scrittori come Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo e Gesualdo Bufalino. Promenade méditerranéenne: una celebrazione del Mediterraneo L’iniziativa, prodotta dal Simposio delle Muse Ente del Terzo Settore sotto il brand del Premio Penisola Sorrentina, rappresenta un omaggio al Mediterraneo e alla sua cultura. Il Premio, che celebra nel 2025 il suo trentennale, si riconferma come un punto di riferimento per l’arte e la cultura in Italia. Da comunicatistampa.net Leggi anche: Il Premio Penisola Sorrentina punta su giovani, bellezza, Mediterraneo e università
Suicidio in carcere: l’opera di Guadagnuolo per il Giubileo della Speranza
Grazie a Papa Francesco, nell’Anno Santo 2025 si sono aperte le Porte Sante a San Pietro e, nel giorno di Santo Stefano, anche nel carcere romano di Rebibbia. Questo evento straordinario ha ispirato il pittore Francesco Guadagnuolo a realizzare alcune opere su temi sociali, tra cui l’intensa e drammatica “Suicidio in Carcere”. L’opera raffigura un giovane che, trovatosi in carcere, si toglie la vita impiccandosi nella sua cella. Guadagnuolo descrive così il suo lavoro:«Si tratta di un giovane, che nel suo percorso di vita, ha trovato il carcere. L’opera raffigura l’impiccagione in cella da parte dell’interessato, a nulla sono valsi i tentativi di salvarlo messi in atto dal personale del Penitenziario. L’atmosfera che si respira è di profonda pietà. A sinistra due mani tengono un lenzuolo bianco dall’inferriata di una finestra come richiesta di aiuto. A destra il giovane con un lenzuolo annodato al collo si copre il volto per non vedere i propri istanti che segneranno la sua morte. Con la mano sinistra tiene una sedia, dove è appoggiato un Pinocchio, un regalo per il suo bambino, che ha realizzato in carcere, pensando a quello che sarà l’estremo pensiero per il suo unico figlio». La prevenzione del suicidio in carcere: un diritto umano fondamentale Con questa opera, Guadagnuolo dà il via a un nuovo percorso tematico artistico che esplora la pena e i supplizi all’interno delle carceri. Come sottolinea l’artista: «Di queste tragedie umane ce ne sono a centinaia». La prevenzione del suicidio in carcere è un diritto umano riconosciuto a livello internazionale e sancito in numerose costituzioni, inclusa quella italiana (art. 32). Questa drammatica realtà coinvolge migliaia di famiglie che si trovano a confrontarsi con situazioni disperate. Spesso i media riportano storie di uomini e donne che cercano una vita dignitosa per sé e i propri cari, fuggendo da pericoli gravi. Guadagnuolo, attraverso la sua arte, intende offrire un messaggio di speranza anche nelle condizioni più estreme. Il messaggio di speranza di Papa Francesco Durante la sua predica nel giorno di Santo Stefano, Papa Francesco ha rivolto un messaggio diretto ai reclusi del carcere di Rebibbia:«Vi auguro un grande Giubileo, vi auguro molta Pace. Tutti i giorni prego per voi, davvero, tutti i giorni prego per voi». Questo Giubileo della Speranza segna la prima volta nella storia che una Porta Santa viene aperta in un carcere. È un evento unico che richiama l’intera comunità cristiana alla vicinanza e alla solidarietà con i reclusi. Come ha ricordato Papa Francesco:«Tenete sempre il cuore aperto. Quando il cuore è chiuso, diventa duro come una pietra e dimentica la tenerezza. Anche nelle situazioni più difficili, ognuno di noi ha la propria, ma non chiudete il cuore». Un’opera d’arte che richiama all’umanità L’opera “Suicidio in Carcere” non è solo un ritratto di dolore e disperazione, ma un invito a riflettere sul valore della vita e sul bisogno di prevenzione. Il messaggio artistico di Guadagnuolo si intreccia con quello spirituale del Papa, offrendo a tutti un simbolo di speranza e redenzione.
Un successo la presentazione del libro Una pagina in bianco di Luciano Valentino da Balzano Editore
Ieri sera, presso Balzano Editore, abbiamo avuto il piacere di ospitare un evento speciale: la presentazione del romanzo Una pagina in bianco – La Confraternita di Luciano Valentino. L’atmosfera era quella di una conversazione tra amici, un momento intimo e ricco di emozioni che ha catturato il cuore del pubblico presente. Una pagina in bianco: un libro che intreccia passato e presente Durante l’incontro, l’autore ha svelato i segreti del suo thriller, Una pagina in bianco – La Confraternita. Ambientato tra le suggestive montagne del Tirreno cosentino, il romanzo mescola sapientemente mistero e suspense. La storia prende vita da due eventi apparentemente distanti nel tempo e nello spazio: il ritrovamento di ossa umane vecchie di 1500 anni e un brutale omicidio contemporaneo. L’avvocato Carlo Toroni, insieme alla moglie Margherita Giordani e al magistrato Riccardo Del Prete, si trova coinvolto in un’indagine che svela connessioni pericolose tra il passato e il presente. Luciano Valentino ha raccontato con passione i retroscena della sua opera, tenendo il pubblico con il fiato sospeso mentre descriveva i momenti più intensi del libro. Un evento indimenticabile con Luciano Valentino L’incontro si è trasformato in un’esperienza immersiva grazie alla maestria dell’autore, capace di creare un dialogo autentico e coinvolgente. Parole, emozioni e mistero si sono intrecciati in una serata che ha suscitato interesse nei partecipanti. L’atmosfera informale, simile a quella di un salotto di amici, ha reso l’evento unico nel suo genere. I presenti non solo hanno ascoltato, ma si sono sentiti parte del mondo affascinante e oscuro narrato nel romanzo. Un evento da ricordare per Balzano Editore La serata di ieri rappresenta un altro successo per Balzano Editore, sempre impegnata a promuovere eventi che uniscono cultura e passione per i libri. Se ancora non conoscete Una pagina in bianco – La Confraternita, vi invitiamo a scoprire questo straordinario thriller che vi terrà incollati alle pagine fino alla fine. Guarda anche: Intervista a Federico Berlioz
Plastica nell’acqua in bottiglia: al via l’azione collettiva per i consumatori
Roma, 19 dicembre 2024 – La scoperta della presenza di plastica nell’acqua in bottiglia ha spinto numerosi consumatori a unirsi all’azione legale collettiva “Acqua Pura”. Questa iniziativa si rivolge contro le aziende produttrici di acqua naturale accusate di pubblicità ingannevole. La plastica, presente in micro e nano particelle, è stata rilevata in molte acque confezionate, sollevando dubbi sulla qualità dei prodotti venduti come “naturali”. Un problema crescente: microplastiche nell’acqua Le analisi recenti hanno evidenziato che la plastica è ormai ovunque: nell’aria, nel suolo e persino nell’acqua potabile. Le particelle di microplastica, derivanti dalla degradazione dei materiali plastici, rappresentano un rischio per la salute e un problema ambientale globale. Questa azione legale collettiva vuole sensibilizzare il pubblico e garantire maggiore trasparenza nel settore. Secondo i promotori di “Acqua Pura”, i consumatori hanno il diritto di sapere cosa acquistano e le aziende devono rispondere delle loro pratiche pubblicitarie. L’obiettivo non è solo un risarcimento economico, ma anche una maggiore tutela per i cittadini. Plastica nell’acqua: come partecipare all’azione collettiva “Acqua Pura” L’azione è aperta a tutti coloro che desiderano unirsi per chiedere giustizia. Con una quota di iscrizione di 70 euro, i partecipanti possono richiedere un risarcimento fino a 180.000 euro. Per iscriversi, basta visitare il sito ufficiale www.pretium.it o contattare gli organizzatori all’indirizzo email info@pretium.it. Unisciti per un futuro più trasparente L’iniziativa “Acqua Pura” rappresenta un passo importante verso un mercato più etico e responsabile. Partecipare significa contribuire a un cambiamento significativo, garantendo maggiore trasparenza per i consumatori e sensibilizzando sul problema della plastica nell’acqua in bottiglia. Da comunicatistampa.net
Donatella Versace: il segreto della sua trasformazione è nel trucco e parrucco
Milano, 17 dicembre 2024 – Non il bisturi, ma il trucco e parrucco. Questo è il vero segreto dietro il sorprendente cambiamento di Donatella Versace, che ha monopolizzato l’attenzione mediatica. Secondo gli esperti, la straordinaria trasformazione della stilista non è frutto esclusivamente della chirurgia estetica, ma piuttosto di un sapiente utilizzo di make-up e styling, combinati a possibili interventi minori. Trucco e parrucco: il cuore del cambiamento Secondo il chirurgo plastico Alessandro Gualdi, il “glow up” di Donatella Versace è principalmente dovuto a un rinnovato approccio al trucco. “Il suo look è passato da uno stile drammatico, quasi da film di Tim Burton, a uno sguardo più aperto e luminoso. È evidente che il make-up ora valorizza i suoi lineamenti naturali,” afferma Gualdi. Anche lo styling ha giocato un ruolo cruciale. Dettagli come l’attaccatura dei capelli suggeriscono l’uso di una parrucca o altre tecniche per armonizzare il volto, dando un’impressione di freschezza e giovinezza. Chirurgia estetica: interventi minimi ma mirati Nonostante il trucco e parrucco siano al centro della trasformazione, il chirurgo sottolinea alcuni possibili interventi che potrebbero aver contribuito al risultato. “Il riposizionamento delle sopracciglia, una rinoplastica correttiva e la rimozione di filler precedenti sembrano essere dettagli plausibili,” aggiunge Gualdi. Questi interventi, combinati con una nuova routine di make-up, hanno dato vita a un cambiamento naturale e armonioso. L’evoluzione nel tempo L’aspetto di Donatella Versace si è evoluto nel corso degli anni. Interventi di lifting precedenti, un viso più definito grazie alla perdita di peso e la riduzione dell’uso di filler hanno contribuito a ridefinire la sua immagine. Gualdi sottolinea che il risultato finale è il frutto di un mix equilibrato tra chirurgia leggera e maestria nell’uso di trucco e parrucco. Da comunicatistampa.net
Film di Natale: i titoli più amati dagli italiani per le festività
Roma, 18 dicembre 2024 – Dicembre è il mese delle luci, dei mercatini e di una tradizione che unisce tutti: i film di Natale. Dalle commedie cult ai classici romantici, i titoli natalizi sono un must per celebrare la magia delle feste. Ma quali sono i film che gli italiani preferiscono? Lo rivela uno studio condotto da Preply, che ha stilato due classifiche: i film natalizi stranieri più amati e le pellicole italiane che hanno segnato un’epoca. Film di Natale stranieri: tra cult e sorprese Tra i film di Natale internazionali più popolari in Italia, il primo posto spetta a Mamma ho perso l’aereo. Le avventure di Kevin McCallister continuano a incantare generazioni con le sue ingegnose trappole. Segue il cult natalizio italiano per eccellenza, Una poltrona per due, trasmesso tradizionalmente alla vigilia. Al terzo posto troviamo Love Actually, la commedia romantica che celebra l’amore nelle sue infinite sfumature. Titoli come Il Grinch e Nightmare Before Christmas confermano la loro popolarità, offrendo storie uniche che mescolano tradizione e originalità. Completa la classifica Elf, con un irresistibile Will Ferrell nei panni di un elfo che incarna lo spirito natalizio. Film di Natale italiani: i cinepanettoni dominano Quando si parla di film di Natale italiani, i cinepanettoni sono i protagonisti indiscussi. Al primo posto Vacanze di Natale dei fratelli Vanzina, il film che ha dato origine al genere. Segue Natale a Miami e Natale sul Nilo, che hanno regalato gag esilaranti e situazioni surreali grazie alla coppia Boldi-De Sica. Accanto ai cinepanettoni, Parenti Serpenti di Mario Monicelli si distingue per il suo umorismo nero, che esplora le tensioni familiari durante le feste. Questo capolavoro rappresenta una visione diversa del Natale, lasciando il segno con il suo finale dissacrante. La metodologia dello studio L’indagine di Preply ha analizzato i volumi di ricerca online per individuare i film natalizi più amati. Utilizzando Semrush, sono stati identificati i titoli con il maggiore interesse da parte degli italiani, suddividendoli in due categorie: internazionali e italiani. Da comunicatistampa.net
L’intelligenza artificiale non esiste: il saggio di Giovanni Scafoglio fa luce sui pericoli della tecnologia
Roma, 17 dicembre 2024 – L’intelligenza artificiale non esiste, il nuovo saggio di Giovanni Scafoglio, esplora le contraddizioni, i rischi e i fraintendimenti legati all’uso dell’intelligenza artificiale. Edito da Il Randagio Edizioni, il libro arriva dopo tre anni di studi e approfondisce le criticità di una tecnologia spesso idolatrata senza un’adeguata comprensione. Un’analisi critica sull’intelligenza artificiale Nel libro, Scafoglio sottolinea la differenza tra intelligenza artificiale e intelligenza artificiale generativa, termini che spesso vengono confusi dai media. Con il concetto di “pappagalli statistici”, l’autore smaschera l’idea che l’IA sia veramente intelligente, definendola una metafora commerciale. Il saggio non critica la tecnologia in sé, ma invita a un uso consapevole, mettendo in guardia dai rischi di fake news, algoritmocrazia e bias culturali, come quelli legati alla cancel culture e al politicamente corretto. L’intelligenza artificiale non esiste: La censura preventiva e il rischio per l’arte Uno dei capitoli più importanti si concentra sulla censura preventiva imposta dai modelli di IA, che limita la libertà di espressione e la fruizione artistica. Scafoglio analizza esempi iconici, come le copertine di album di John Lennon e Jimi Hendrix, per evidenziare quanto l’IA possa influenzare negativamente l’accesso alle opere d’arte. L’intelligenza artificiale non esiste: Un invito a dialogare con l’IA in modo critico Il libro introduce la figura dei “sussurratori di macchine”, professionisti capaci di dialogare con le IA con competenza e senso critico. L’autore invita a superare l’uso acritico della tecnologia, rendendola un alleato e non un pericolo. Giovanni Scafoglio: un innovatore tra tecnologia e cultura Scafoglio è noto per il suo approccio innovativo alla tecnologia. Opere come Il Sacro Profano e Dismaland iA hanno esplorato le potenzialità dell’IA, utilizzandola per creare contenuti in NFT, realtà aumentata e persino album musicali generati da IA. Con L’intelligenza artificiale non esiste, l’autore continua il suo percorso di analisi critica, offrendo un saggio che promette di essere un riferimento per comprendere le sfide e le opportunità del nostro tempo. Da comunicatistampa.net